SonoTroppoInnamorato

oh, te l'ho detto che oggi sono innamorato?

lunedì, dicembre 11

qui è Marco che parla

Amici,
tempo fa si parlava di Dunquificazione, di Giannino e di istinti ancestrali.
Giusto per dovere di cronaca vi riporto una notizia che non può che avvalorare le nostre tesi. Non aggiungo altro, noi di SonoTroppoInnamorato siamo davvero sul pezzo!




Traduco per i non Anglofili:

Un porcellino d' India chiamato Sooty ha avuto una notte da ricordare dopo essere scappato dalla sua gabbietta ed essere entrato in quella di 24 femmine.
Le ha corteggiate una per una a turno e ieri è diventato padre fiero di 43 pargoli.
Ora lo Staff della Fattoria Dei Piccoli Amici a Ponttypridd ha rinforzato la gabbia di Sooty ed ha cominciato a cercare la casa per i porcellini nuovi nati
La sua Padrona, Carol Fechan, 42 anni, ha detto: "Sono certa che un sacco di uomini guarderanno a Sooty con Invidia"
"Sapevamo di averlo perso, dopo che era riuscito a sgattaiolare tra le sbarre della sua gabbia, lo abbiamo cercato dappertutto ma non abbiamo proprio pensato di guardare nella gabbia dove tenevamo le 24 femmine. Poi abbiamo contato gli esemplari e ce ne erano 25.... Sooty era addormentato profondamente in un angolo. Era completamente distrutto. Lo abbiamo rimesso nella sua gabbietta dove ha dormito per 2 giorni di fila."

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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua

mercoledì, novembre 29

qui è catapulko che parla



Riguardo ai due di picche, cara virna, si potrebbe parlare per ore. Ci terrei anche a precisare che i due di picche qui sotto riportati sono tutti veri, anzi verissimi! e se qualche fanciulla volesse fare valere i propri legittimi diritti d'autore non ha che da farsi avanti...

I due di picche secondo me poi non hanno preferenze e orientamenti sessuali, dividerei piuttosto il mondo in due grandi categorie intersessiste: quelli e quelle che i due di picche tendenzialmente li evitano e quelli o quelle che invece non ne possono fare a meno e va a finire che un po' se li cercano.

Mentre la prima categoria di persone si avicina a quello che uno si aspetterebbe di trovare (diciamo che li ci mettiamo quelli "normali"), nella seconda ci troviamo un'infinità di casi umani un po' complicati (ma forse solo non banali)... quelli che un due di picche in fondo gli fa piacere poiché li scarica di responsabilità (ué lei mi ha dato il due di picche eh, e quindi io ho fatto bene sabato scorso a farmi la sua amica!), diciamo che son quelli che sanno trovare gli aspetti positivi anche nella situazione spiacevole. Poi ci son quelli che devono lamentarsi, caratterialmente, costituzionalmente, intimamente, devono avere sempre qualcosa di cui lamentarsi senò stanno male. E per questi il due di picche è grande fonte d'ispirazione. Ma che dire poi di quelli che addirittura grazie ai due di picche trovano di che scrivere sui blog (il due di picche come fonte d'ispirazione ovvero: che cosa sarebbe l'arte senza il due di picche)!

Quantificando, anzi, dunquificando, dimmi quanti e quali due di picche hai e ti dirò chi sei (sempre che stasera tu non debba aiutare tua madre a piegare le tende)

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lunedì, novembre 13

qui è Marco che parla

Amici,
nonostante il sonno che ci attanaglia, torniamo in questo lunedì nebbioso ed autunnal-Milanese per toccare un argomento che a noi maschietti sta molto a cuore: il 2 di picche.
Non che il 2 di picche non riguardi anche il genere femminile ma, essendo io maschio (almeno nella parte esteriore del mio corpo mortale) posso parlarne in prima persona con una certa cognizione di causa.
Allora, oggi stileremo la classifica delle scuse più frequenti per dare un 2 di picche a uno senza dirgli in faccia che proprio non ci piace:

a) Devo andare al compleanno di mia nonna. Questa è piuttosto plausibile ma dovete ricordarvi che di nonne ne avete (sa ancora le avete) solo 2. Probabilmente sono io troppo intransigente, ma al sesto compleanno della nonna durante un anno solare comincio ad insospettirmi (vero Francesca???!!! almeno potevi cercare di trovare altri gradi di parentela che compivano gli anni).
b) Guarda, oggi pomeriggio devo studiare Filo, non ce la faccio proprio. Anche questa è una scusa plausibile, soprattutto se l' ultima volta che vi hanno invitato fuori avevate 16 anni. Se ne avete 33 e vi siete laureati da 8, diventa poco credibile.
c) Guarda, mi dispiace troppissimo ma domani sera devo andare all' IKEA che sto rinnovando casa. Bellissima scusa che denota creatività ed un certo grado di passione per l' arredo interno. Ricordatevi che l' IKEA è aperta 365 gg l' anno praticamente 24 ore al giorno. A meno che non vi sia bruciata casa il giorno prima ed abbiate disperatamente bisogno di un letto su cui dormire, l' urgenza dell' acquisto arredamentatorio sta poco in piedi.
d) Scusami scusami, guarda, mi è morto il gatto di colite proprio questa mattina e non me la sento proprio di uscire. Qui assicuratevi di non avergli detto proprio il giorno prima che odiate qualsiasi tipo di animale da compagnia (vero Anna???!?!?) e che siete allergiche (da shock anafilattico) ai gatti.
e) Scusami ma domani sera la mia migliore amica non può venire. Possiamo rimandare a settimana prossima? Anche qui come nella b) se avete più di anni 16 e 1 giorno, questa scusa non sta in piedi
f) Ti chiedo scusa, ma stasera devo andare in palestra, domani ho il corso di vela, dopodomani il corso di Reiki, dopodopodomani quello di sushi acrobatico, giovedì sono incinta e venerdì partorisco... Rimandiamo a settimana prossima? Mi faccio sentire io Questa è quella che preferisco, diretta esincera!!!
g) Scusa ma ho dovuto cedere il mio appartamento a un amico, torno a vivere per un po' da mia madre ma mi faccio viva io quando mi risistemo! ecco, anche meno creativi di così va bene lo stesso. Il catastrofismo inoltre tende a generare un attimo di sospetto nell' umano medio (vedi anche d)
h) Scusa ma devo far fare i compiti al bimbo del mio vicino Benissimo, denota filantropia e una sensibile inclinazione all' impegno umanitario. Un peccato se poi si viene a scoprire che il bambino del vostro vicino ha 34 anni ed è un astrobiologo al CERN di Ginevra
i) Scusa ma oggi viene da me il mio ex-fidanzato che mi aiuta a montare la cucina! Questa secondo noi è la scusa più sadica. Usatela solo se proprio non sopportate la controparte... Se proprio dovete, evitate almeno le parole "fidanzato" e "montare"....


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giovedì, novembre 9

qui è Marco che parla

Quanto tempo...
Quasi un mese che non ci sentiamo, ma impegni vari ci hanno tenuto lontani da queste pagine...

Oggi, giorno del ritorno, in qualità di figlio al prodigo, propongo una riflessione che forse poco c' entra con il titolo del Blog, o forse sì. Comunque c' entra con un sacco di cose....
Come vedete nell' immagine, gli americani si sono spinti a livelli abbastanza alti di superfluicità (si dice?? boh...). In pratica quella che vedete è Uva, siringata con anidride carbonica. Te la metti in bocca e frizza. Per avere quel brivido in più...

La mia domanda (più che altro a me stesso ma ve ne rendo partecipi) è: quante volte cerco quel brivido superfluo in più e non mi accontento delle cose semplici che la vita (l' amore?) mi offre? E' proprio necessario che l' uva frizzi, non basta che sia semplicemente dolce e succosa?

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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua

sabato, ottobre 14

qui è catapulko che parla



IPSE DIXIT

basta all'ipocrisia
basta con queste rarefazioni
neuronali
che ci portano ad una

stilizzazione

dell'amore





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mercoledì, ottobre 4

qui è catapulko che parla

Dunquifico ergo (più o meno) sum
La profondità della riflessione sulla dunquificazione è tale, care lettori, care lettrici, che ci vogliono un po' di giorni di pausa per digerire il tutto. Per esempio il disegno ritrae il volto del mio amico Francesco dopo che ha letto gli articoli di Marco sul tema: l'espressione è abbastanza eloquente e palesa uno stato d'animo non proprio sereno ed equilibrato.
Si, i rapporti con gli altri possono essere fonte di grandi passioni, sia positive che negative. Pensate che esiste addirittura una teoria della "dunquificazione amichevole" (ovvero applicata ai rapporti d'amicizia) che tenta di mostrare come, anche se in modo diverso rispetto ai rapporti amorosi (o dunquificanti in senso stretto), le relazioni d'amicizia non sfuggano a certe regole. Le ricerche in questo campo sono in continua evoluzione e se volete saperne di più non vi resta
che continuare a seguirci su queste pagine.
CIAO!




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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua

lunedì, settembre 25

qui è Marco che parla

Amici,
eravamo rimasti tempo fa alla seconda lezione sulla Teoria della Dunquificazione che tanto ha fatto parlare di sé.
Oggi vi propongo un seguito, che mi è stato più volte da voi richiesto con le molte lettere ed anche di persona. (Sonia a questo proposito, se la prossima volta mi lasci sul comodino, come eravamo d' accordo, le chiavi delle manette, evito di dover chiamare il fabbro, grazie.)

Dunque. Come eravamo rimasti? Ah si, più o meno eravamo rimasti così:

Innamoramento Conoscitivo, Innamoramento Colposo, Dunquificazione e poi, inevitabile, il calo adrenalinico e la discesa inesorabile verso l' indifferenza.
La domanda a cui tentiamo di rispondere oggi è:
ma è proprio inevitabile la perdita di interesse che segue la fase dunquificante?
La risposta amici e amiche è: per fortuna no! Ma tutto dipende da voi...
L' uomo (nel senso di essere umano) è un animale molto strano e come tale si comporta... Spesso (soprattutto nella nostra era consumistica) ciò che vuole, lo vuole perchè non ce l'ha, non perchè effettivamente desideri con tutto il cuore averlo. Certo, questa idea non si può applicare a tutto, ma secondo me condiziona gran parte del nostro modo di agire... Bisogna quindi, con abile strategia, cercare di non far mai scendere nel partner il desiderio per quello che non ha, fino a quando non scopre che di quello che ha non può più fare a meno. Concetto ostico, pure per me che lo scrivo e che non rileggo neppure perchè tanto non lo capirei.
Ma veniamo ad una esemplificazione (scambiate a piacere i sessi dei protagonisti, la situazione si applica a qualsiasi tipo di combinazione, xy, xx, yy, yx):
il nostro amico Ginetto si innamora pazzamente di Rosina, la sua vicina di casa. Escono insieme, si frequentano e passano tutte le fasi dell' innamoramento conoscitivo e di quello colposo. Arriva il momento di dunquificare... candele come se piovessero, incenso tipo kasbah, luci soffuse... Avviene il magico incontro, lui si sta fumando una nazionale senza filtro ed è entrato in pieno in fase discendente. A questo punto, pour parlè, lui le chiede "ti è piaciuto?". Rosina, ha due possibilità di risposta, ognuna delle quali la porterà su un ramo della ragnatela (cfr questo post) dal quale sarà impossibile ritornare indietro:
  1. Si, Ti amo tanto - Rosina è spacciata, ha appena accellerato di un fattore 10.000 la discesa dell' interesse di lui, che, preso da un impeto post-dunquificante e approfittando di una distrazione di lei, si cala dal balcone e scappa nella notte.

  2. Mah, si, insomma, abbastanza - Rosina ha appena ipotecato la sua salvezza e, se continuerà con questo atteggiamento disinteressato (tirando la corda sì, ma senza mai farla spezzare), potrà vincere per sempre il cuore di lui.
Il punto è quello di non farsi prendere per scontati, sempre lasciando intendere che siete leggermente superiori ed in fondo che lui/lei ci sia o meno a voi non importa. Più scapperete e più verrete rincorsi... Ma ricordate di non correre troppo, non tutti hanno il vostro stesso fiato lungo....!

Alla prossima!

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venerdì, settembre 22

qui è catapulko che parla

Oggi è l'ultimo giorno di scuola prima del weekend, quindi nel menu c'è un argomento leggero leggero. Anche perché abbiamo parlato di cosa toste in questi giorni: a parte il continuo e doveroso richiamo alla dunquificazione, si è anche discusso di legàmi, di relazioni, di rapporti, di ricordare e di dimenticare. Il tema che abbiamo scelto per scrivere di noi è talmente vasto che si può veramente affrontare da tantissimi versanti. Del resto il discorso anche nella vita reale (non solo in quella della blogosfera) prende spesso un andamento circolare: si inizia a parlare e a pensare a ricordare, ci si inoltra in un ragionamento e poi dopo un mese o due o più ci si accorge di essere tornati al punto di partenza e poi via così, si ricomincia, e i periodi di "apnea" possono durare veramente tanto.

Poi a un certo punto succede un qualcosa e usciamo dal circolo vizioso che ci ha tenuti "in trappola" per anni e inevitabilmente rischiamo di entrare in un altro...
Insomma, io con le mie povere capacità letterarie rischio di esser pedante e poco piacevole, ma c'è chi, per fortuna, ha scritto proprio di questo e che ora io vi propongo. Si tratta di Raffaele La Capria e dei suoi primi tre romanzi raccolti in un unico volume dal titolo "Romanzi di una giornata". Se il mio accenno è riuscito a interessarvi leggetevi il libro, lo troverete molto attuale...


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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua

mercoledì, settembre 20

qui è Marco che parla

Il post di ieri di Catapulko mi ha fatto tornare in mente il film "Eternal Sunshine of the Spotless Mind" con Jim Carrey. (In Italiano un traduttore molto fantasioso ha chiamato il film Se mi lasci, ti cancello).
Il film si basa su di una nuova tecnologia che permette di cancellare completamente dalla memoria di una persona tutti i ricordi relativi ad una seconda persona o ad un avvenimento.

Quante volte lo abbiamo sognato, magari dopo una grossa delusione, di un amico come di un amante... Che bello sarebbe smettere di soffrire istantaneamente e dimenticarsi tutto, non portarsi per giorni/settimane/mesi (questo poi dipende dalla capacità di ripresa di ognuno) quel groppo alla bocca dello stomaco che non ci fa addormentare e che ci fa svegliare all' alba...

Quello che la pellicola fa è stigmatizzare (un po' come faceva Mary Shelley in Frankenstein) l' uso della scienza a tutti i costi, per intervenire sulla vita interiore delle persone, senza tenere conto che esiste un disegno più grande, una realtà che la scienza non può e non deve controllare.

Ogni grossa delusione ci cambia in qualche modo, dopo non siamo più gli stessi.
Ora, la domanda che sorge spontanea è: è giusto dimenticare? E' giusto esprimere il desiderio di dimenticare tutto e tornare quelli di prima?
Meglio capire di essere persone nuove che rimpiangono quello che erano (più spensierati?, più fiduciosi nel prossimo?), o tornare ad essere le persone di prima che vorrebbero assolutamente dimenticare ciò che sono diventate?

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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua

martedì, settembre 19

qui è catapulko che parla



Logica Catapulka.
Capitolo primo: tutto è un dareavere

Problema: io ti do (non importa cosa, diciamo amore) ma tu non vuoi che io ti dia (v. Dizionario Enciclopedico dell'Ammore alla voce: "due di picche, problema del")

Di prim'acchito: dalla situazione esistenziale enunciata sopra discendono moltissime complicazioni, spesso dolorose, che se prese invece per il verso giusto si scioglierebbero come neve al sole (come in effetti spesso accade)

Spunto del giorno (verso un approccio schematico all'essenza della questione):
se tu non vuoi che io ti dia, vuol dire che:
a) tu sei uno stronzo/a?
b) io sono uno stronza/o?
c) nessuno dei due è stronzo?
d) tutti e due siamo stronzi?

Corollario: al due di picche è molto facile assuefarsi (c'è chi ne fa uno stile di vita).

Approccio di Topolino: in realtà di catturare Pietro Gambadilegno nun me ne po' fregà de meno. Il fatto è che quello è l'unico modo per fare colpo su Minnie ed evitare il due di picche.


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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua

giovedì, settembre 14

qui è Marco che parla

Senza Parole...





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mercoledì, settembre 13

qui è Marco che parla

Oggi, in tema di ragnatele, destini, teorie strane, vi riporto questa bella favola Buddhista che ho letto ieri sera...

La storiella indiana narra di sei ciechi dell'Indostan che andarono a vedere un elefante. Il primo toccò il fianco dell'animale e disse:Toh! Un elefante è fatto come un muro!; Il secondo toccò una zanna e disse:Un elefante è fatto come una lancia!; Il terzo toccò la proboscide e disse:Un elefante è fatto come un serpente!; Il quarto allungò le mani, toccò un ginocchio e disse:È evidente che questo elefante è fatto come un albero!; Il quinto toccò l'orecchio e disse:Questo straordinario elefante è fatto come un ventaglio!; Il sesto afferrò la coda e disse:Secondo me l'elefante è fatto come una fune!; I sei ciechi discussero a lungo e con foga su com'era fatto l'elefante, ma nessuno ne fece una descrizione corretta.

Questo un po' per rispondere a Catapulko... Chi può dire di sapere veramente che cosa è l' amore? E ci sarebbe da fidarsi della sua visione delle cose?


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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua

martedì, settembre 12

qui è catapulko che parla



Legàmi o lègami?

Tra i fili che uniscono le persone e che molto spesso noi non vediamo o vediamo solo in parte o vediamo ma facciamo finta di non vedere, ci sta pure il filo dell'innamoramento. (E si perché questo blog ha un titolo, caro Marco, ed è su quello che noi si disquisisce!)
Come si possa toccare la corda dell'amore è una cosa che, ammettiamolo pure, in pochi riescono a comprendere... c'è gente che sa tante lingue, che conosce il marketing o la storia, ma spesso chi dice di sapere d'amore in realtà dice il falso.

Prendi i poeti... i più grandi poeti dell'amore in realtà hanno preso dei due di picche pazzeschi! Catullo a momenti mi si ammazza (excrucior... sembra il nome di una macchina da tortura medioevale), Leopardi era quello che era (povero, anche se in realtà pare che la figura del Leopardi-sfigato non sia tutta vera), Petrarca pure con la sua Laura chissà quante ne ha passate! Converrete con me che chiedere a loro consigli sull'amore è come andare a fare ripetizioni di matematica a casa di una velina.
Non parlo dei maghi poi, a cui io personalmente mai mi rivolsi (se qualcuno di voi però lo ha fatto può scrivermi in libertà e raccontarmi... sono molto curioso).

Questo in realtà è un argomento che non ha né forse mai avrà conclusione quindi termino quest'intervento un po' com'è iniziato (sta frase mi piace proprio):


"È molto difficile capire che ognuno di noi è un essere umano connesso agli altri esseri umani, che dobbiamo immaginarci come figure dotate di moltissimi fili e legami che vanno in ogni direzione; per molti è difficile accettare questa realtà, ecco perché viviamo tante tensioni, depressioni, stress."
Ryszard Kapuscinski
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lunedì, settembre 11

qui è Marco che parla

Trozo pulpabile o trozo asserabile?

Ci siamo lasciati con questo dubbio di amletica risonanza... Certo, come il buon Catapulko faceva notare, è tranquillizzante pensare che esista un destino e che noi si sia impotenti nelle sue mani...

Hai posterizzato il gatto mentre facevi retromarcia in box? "eh, era destino..."
Hai trovato la tua ragazza a letto con Ramon, il portoricano che vi pulisce la piscina? "eh, era destino"

Comodo, no?

Questo finesettimana, durante il mio studio per divenire un monaco-ninja (un minja), mi sono imbattuto più volte (in situazioni diverse) in un' immagine relativa a questo tema e credo "sia destino" che io ve la riproponga. Anche perchè, l' ho letta in libri i cui autori dubito si conoscano (Rune e Tarocchi dubito vengano presi in considerazione da Coelho).

Ora l' immagine è la seguente: la nostra vita è una ragnatela sulla quale noi ci muoviamo in bilico. Ogni filo, ogni ramificazione rappresenta le nostre possibilità, i nostri cammini, i nostri "destini paralleli". In ogni momento possiamo decidere di cambiare strada e proseguire verso il centro su di un cammino differente rispetto a quello che stavamo percorrendo. (Nel caso vi interessasse saperlo, quando vi leggono le carte vi leggono non tanto il vostro futuro, quanto il futuro che avreste se seguiste il cammino sul quale state navigando...)

La ragnatela rappresenta però anche il reticolo dei nostri rapporti interpersonali. Ognuno di noi è legato a tutti gli altri esseri umani sul pianeta.
Se tiro una roncolata sul collo al mio vicino, la botta viene avvertita inesorabilmente da tutta la ragnatela e l' equilibrio del tutto-ragnatela viene compromesso. Se faccio del bene al mio vicino, mantengo la ragnatela in equilibrio.
Ecco, questa è un' immagine decisamente responsabilizzante: probabilmente il fatto di avere stirato il micio non ha avuto conseguenze nulle, come pensavate.
E neppure tu, Ramon, sei al sicuro... prima o poi l' onda di ritorno delle tue azioni ti colpirà inesorabile (dopo aver travolto pure parecchie altre esistenze)

Ecco, sono stato abbastanza catastrofico?

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venerdì, settembre 8

qui è catapulko che parla

el destino del trozo
Cercando l'immagine giusta per quello che volevo dire oggi, sono stato ancora una volta stupito da come seguendo le parole e i loro significati si arrivi spesso presso lidi impensati... ora la metafora si sprigiona facile facile e vado senz'indugi a dunquificarla.


Come un tronco d'albero può diventare asse di legno, trave portante di costruzioni navali, di mobilia pregiata, ma può anche diventare carta e finire assolvendo l'ingrato compito di pulire non immacolati sederini,
così la nostra vita pur partendo tutti dalla stessa condizione di donne e uomini può prendere le strade più differenti e farci sentire a volte delle colonne portanti per l'umanità, a volte delle merdine un po' inutili.


Certo è bello pensare che il tutto dipenda dal destino (trozo pulpabile o trozo asserabile?) ma spesso il destino è solo una scusa che ci fa piacere pensare per non ammettere di non avere capito nulla del perché e del percome ci si ritrova dei trozi pulpabili. Il che, se vogliamo, è come dire che noi siamo come dei tronchi di legno nelle mani di nerboruti taglialegna che c'indirizzano un po' di quà un po' di là senza che noi si possa fare nulla.

Qualche saggio ha sentenziato... «L'umanità ha bisogno della verità. Ma ha un bisogno ancor più grande della menzogna che la lusinga, la consola, le dà sicurezza e speranza senza limite»


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2006/2007 CAMPAGNA PER UNA DUNQUIFICAZIONE DI QUALITA': di la tua